Gli Aristopiatti e la cioccolata calda

Fa freddo: prendiamo un tè con le amiche? No, stavolta ci concediamo una cioccolata calda e la mescoliamo con storia e cultura. E' quello che è successo qualche giorno fa da Cioccolato Foresta, lo spazio caffetteria della storica cioccolateria Gay Odin. 
La cioccolata calda peccaminosa di Gay Odin
Lydia Capasso e Giovanna Esposito hanno presentato il loro libro Gli Aristopiatti in un'interessante chiacchierata insieme a Donatella Bernabò Silorata, tra le intervistate del libro. Stavolta però non si è parlato delle ricette delle famiglie nobili italiane, ma del rapporto tra cioccolata e religione. Ho scoperto che la cioccolata, giunta in Europa alla fine del '500 dall'America, era usata come bevanda corroborante durante i periodi di digiuno, dando luogo a mille dispute sulla sua natura: era una bevanda, dunque concessa, oppure no? La cioccolata copriva il sapore dei veleni e per questo è stata al centro di intrighi, cospirazioni, e persino di una mancata elezione al soglio pontificio!
Il pomeriggio è stato reso ancora più dolce dalla cioccolata calda preparata in due versioni da Massimo Schisa di Gay Odin. La prima versione è quella più antica è semplice: solo cacao, zucchero, acqua e tanta pazienza per mescolare a lungo. La seconda, più peccaminosa, contiene latte e vaniglia ed è arricchita da panna e lingue di gatto.
Golosità a parte, amo gli incontri che stimolano la curiosità, amo l'incrocio di cibo, storia e cultura. Gli Aristopiatti è molto più di una raccolta di ricette, mescola il piacere del racconto a quello della cucina, parla di quella parte dell'identità gastronomica italiana che è stata scritta sulle tavole nobiliari ed è ricca quanto quella nata sulle tavole povere. Insomma, ringrazio Lydia e Giovanna per questa piccola perla che con leggerezza unisce la storia degli italiani al loro gusto per il cibo, Donatella per aver condotto una conversazione piacevole e interessante e Massimo per i peccati di gola che ci ha regalato.

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