La minestra salvagioia, antico piatto della tradizione contadina ischitana |
La minestra salvagioia è un antico piatto della tradizione
contadina dell’isola d’Ischia. Si tratta di una zuppa povera a base di fagioli
bianchi ed erbe spontanee. Questo piatto è l’antenato di tutte le minestre di
legumi e verdure a foglia che si compaiono spesso sulle tavole invernali
napoletane: scarole e fagioli, broccoli e fagioli, ma è ancora più povera e
contadina perché preparata principalmente con erbe selvatiche. Oggi per me
questo è un piatto da re, servono conoscenze botaniche per riconoscere le erbe
selvatiche e tempo per scovare i sentieri dove poterle raccogliere. Per
preparare questa zuppa mi servono i consigli di mio padre e l’occhio attento di
mia madre, mi serve la saggezza di generazioni di ischitani.
La minestra salvagioia è un piatto che segue le stagioni, il
sapore cambia man mano che dall’autunno ci si inoltra nell’inverno fino ad
arrivare alle erbette primaverili. Nei sentieri dietro casa mia ho raccolto
borragine, finocchio selvatico, tarassaco, cicoria, rucola servatica, tunz, caccialepre,
ma si usano anche il cardo, l’ortica e la raspulella. Alle erbe spontanee si
possono aggiungere le verdure a foglia offerte dall’orto, io ho trovato
scarole, friarielli e diiversi tipi di broccoli e minestra di cui nemmeno
conosco il nome!
Non so bene dove nasca il nome “salvagioia”, forse è legato
ai tempi di carestia, quando l’uso delle erbe di stagione era considerato
l’inizio felice di un nuovo ciclo, forse indica che questa minestra è nutriente
e ricostituente.
Nella cultura contadina ischitana il maiale, sotto forma di
cotica o gambetto di prosciutto non può mancare, ma io ne propongo una versione
totalmente vegana, ma non per questo meno gustosa. Essendo una ricetta della
tradizione, non indico le dosi: si va a occhio!
Minestra salvagioia